CATANZARO – 14 FEBBRAIO 2025. Promuovere l'educazione emotiva e il contrasto alla violenza di genere attraverso percorsi di formazione e sensibilizzazione attraverso il progetto "Panchine Rosse", un'iniziativa che coinvolge gli studenti delle classi quarte e quinte del Liceo Classico Galluppi di Catanzaro.
Il nuovo appuntamento educativo strutturato, nei giorni scorsi, ha visto la partecipazione di importanti rappresentanti del mondo istituzionale e del terzo settore: la dirigente scolastica Cinzia Scozzafava, la presidente del Centro Calabrese di SolidarietĆ Ets, Isolina Mantelli, il direttore aggiunto dell'Ufficio Interdistrettuale Esecuzione Penale Esterna per la Calabria, Rocco Scicchitano, la funzionaria del servizio sociale Sabina Brunetti, la referente di educazione civica Pompea Zampetti e la pedagogista del Centro Uomini Autori di Violenza del Centro Calabrese di SolidarietĆ , Cristina Marino.
Il progetto si inserisce all'interno delle attivitĆ preventivo-trattamentali promosse dal Centro Calabrese di SolidarietĆ in collaborazione con istituzioni pubbliche e altri enti del terzo settore, tra cui DAP, ASP, USRC, Ser.D, Ordine degli Avvocati, Camere Penali e il Garante dei Detenuti. Oltre agli incontri nelle scuole, prevede il coinvolgimento del Centro Uomini Autori di Violenza del Centro Calabrese di solidarietĆ Ets, che accoglie uomini responsabili di comportamenti maltrattanti con l'obiettivo di ridurre la violenza intrafamiliare e interpersonale.
L'iniziativa mira a promuovere una cultura del rispetto e della paritĆ di genere, incoraggiando studenti e docenti a contrastare gli stereotipi e i pregiudizi ancora radicati nella societĆ . Tra i risultati attesi vi sono la riduzione dei comportamenti violenti nelle scuole coinvolte, la creazione di sportelli di supporto per le vittime di violenza e l'integrazione dell'approccio di genere nelle pratiche didattiche.
A sottolineare l'importanza del progetto ĆØ stato Rocco Scicchitano, il quale ha spiegato:"Panchine Rosse ĆØ un progetto che affronta piĆ¹ tematiche, con un focus particolare sul reinserimento sociale di autori di reati legati al Codice Rosso. In questo caso, siamo giĆ in una fase in cui il reato ĆØ stato consumato e si lavora per un percorso di recupero. Accanto a questo aspetto, vi sono iniziative di sensibilizzazione generale, come l'installazione di panchine rosse negli edifici dell'esecuzione penale esterna a Catanzaro e Cosenza. Infine, un elemento centrale ĆØ la prevenzione, che ci porta qui oggi, coinvolgendo anche le scuole. Ć fondamentale trasmettere determinati messaggi ai piĆ¹ giovani, poichĆ© la violenza ĆØ spesso radicata in concetti sociali consolidati e, in molti casi, minimizzata. Serve imparare a riconoscere i segnali precoci che possono portare a pericolose escalation."
L'incontro ha permesso di avviare un confronto aperto tra studenti e istituzioni, mettendo in luce la percezione della violenza di genere tra i piĆ¹ giovani.
Tra coloro che hanno condiviso la loro esperienza c'ĆØ stata Bruna Varano, studentessa della classe V B, che ha dichiarato: "Questi incontri hanno avuto su di me, cosƬ come sui miei compagni, un'azione propedeutica. Fin dall'adolescenza, tra i 13 e i 14 anni, fino all'etĆ adulta, ci troviamo in un momento della vita in cui mancano certezze e chiari modelli di riferimento. Grazie a queste iniziative e al lavoro delle associazioni coinvolte, possiamo essere la chiave di volta per riscoprire ciĆ² che la societĆ ha da offrirci e comprendere come possiamo contribuire al cambiamento.
Uno dei temi cruciali che abbiamo affrontato ĆØ il patriarcato, un sistema che ancora oggi influenza profondamente le nostre vite. Essendo una donna, lo vivo ogni giorno sulla mia pelle. Finalmente ho capito che la gelosia e la possessivitĆ non sono espressioni di affetto, ma strumenti che riducono le persone a oggetti. Ć fondamentale contrastare questa mentalitĆ , e la scuola ĆØ il luogo giusto per farlo, attraverso il dialogo e il confronto. Come diceva un mio compagno, dobbiamo creare gruppi di dibattito coesi, in cui ci confrontiamo non solo tra coetanei, ma anche con persone piĆ¹ grandi e con chi ha vissuto sulla propria pelle la violenza di genere.
Noi siamo il futuro, la generazione di domani. Saremo genitori, madri e padri chiamati a educare i nostri figli. E non vogliamo che ciĆ² che oggi subiamo, soprattutto noi donne, possa ricadere su di loro. Ć nostro compito cambiare il presente per costruire un domani migliore".
Dello stesso parere ĆØ stato anche Gabriele Montesano, studente della IV C, che ha raccontato il suo punto di vista sull'esperienza vissuta: "Partecipare a questi incontri e seguire questo percorso ĆØ stato sorprendente, dire poco sorprendente. Siamo andati oltre le solite barriere del discorso all'interno della classe, superando la dinamica in cui una voce fuori dal coro viene messa in disparte, per arrivare a un dibattito piĆ¹ coeso e inclusivo. Affrontare un tema cosƬ complesso e scottante ĆØ stato non solo fondamentale, ma anche estremamente formativo per tutti noi.
Ci ĆØ stata data la possibilitĆ di comprendere il punto di vista non solo di tanti ragazzi, ma anche di tante ragazze. A volte, ascoltare certe opinioni ĆØ stato quasi destabilizzante e controverso, perchĆ© non ci aspettavamo di ricevere alcune considerazioni proprio da chi ĆØ in prima linea nell'essere vittima di questa enorme problematica della violenza di genere. Ć stata un'esperienza bella perchĆ© mi ha fatto sentire finalmente partecipe, parte di un gruppo unito in un confronto aperto, in cui abbiamo riscoperto innumerevoli dimensioni umane e interpersonali".
Il messaggio emerso ĆØ chiaro: solo attraverso il dialogo e la formazione si puĆ² sperare di costruire una societĆ piĆ¹ equa e libera dalla violenza.