COSENZA – 9 FEBBRAIO 2025. "Quanto accaduto al Centro antiviolenza Roberta Lanzino di Cosenza ĆØ inaccettabile. Costringere questa struttura che da anni affianca e sostiene le donne vittime di violenza con servizi meritori, senza alcun preavviso e senza fornire un'alternativa, ĆØ un atto di grave irresponsabilitĆ . Ć impensabile che le operatrici, che da trent'anni lavorano per garantire protezione e sostegno alle donne vittime di violenza, si siano ritrovate dall'oggi al domani senza una sede operativa. Esprimo la mia piena solidarietĆ e vicinanza alle volontarie che, con dedizione e sacrificio, portano avanti questa missione sociale".
La consigliera regionale Amalia Bruni interviene con fermezza sulla vicenda che ha portato alla mobilitazione permanente del Cav di Cosenza, costretto a interrompere i propri servizi dopo che la Regione Calabria ha staccato le utenze nella sede di via Ernesto Fagiani, senza comunicare ufficialmente il destino della struttura.
"Non ĆØ accettabile che una realtĆ cosƬ radicata e preziosa venga lasciata nell'incertezza. Il Centro antiviolenza ĆØ collegato al numero di pubblica utilitĆ 1522 e svolge un ruolo fondamentale nel contrasto alla violenza di genere. Per questo motivo, presenterĆ² un'interrogazione al presidente della Giunta regionale per sapere dove verranno trasferite le operatrici e perchĆ© non sia stata preventivamente individuata una soluzione alternativa. La Regione ha il dovere di garantire la continuitĆ di questo servizio, che non puĆ² essere trattato come un'attivitĆ di secondaria importanza".
Bruni sottolinea anche la necessitĆ di accelerare la discussione sulla sua proposta di legge per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere sulle donne e loro figli presentata nelle scorse settimane arrivando al piĆ¹ presto alla calendarizzazione.
"Oltre a trovare una soluzione immediata per il Cav di Cosenza, ĆØ fondamentale che la Regione Calabria si assuma la responsabilitĆ di rafforzare la rete dei Centri antiviolenza con strumenti adeguati e finanziamenti stabili. La mia proposta di legge prevede proprio questo: una pianificazione chiara, un fondo unico per la gestione dei servizi e la garanzia di un sostegno costante alle strutture che operano in questo ambito"
Bruni conclude ribadendo il proprio sostegno alla mobilitazione del Centro e chiedendo alla Regione di assumersi le proprie responsabilitĆ : "Non resteremo in silenzio. La Regione ha il dovere di garantire continuitĆ e sicurezza ai Centri antiviolenza. Il Cav Roberta Lanzino non deve chiudere e non puĆ² essere lasciato senza risposte. Mi auguro che il presidente intervenga immediatamente, perchĆ© sulla tutela delle donne non si possono fare passi indietro".