Nell’ambito de “La
Montagna Teatro Festival", giorno 5 agosto alle ore 21,30 nel centro Storico di
Cerrisi sarà rappresentata l’opera teatrale di Francesco Nicolini “Digiunando davanti al Mare”. L’opera,
dedicata alla figura di Danilo Dolci, è prodotta da Principio Attivo Teatro con la regia di Fabrizio Saccomanno e l’interpretazione
di Giuseppe Semeraro.
"La figura di
Danilo Dolci sfugge a qualsiasi tentativo di classificazione: poeta,
intellettuale, pedagogo. Dopo un breve viaggio in Sicilia decide di ritornarci
e di mettersi al fianco degli ultimi, dei diseredati, dei banditi come li
chiamava lui stesso. Negli anni cinquanta organizza e promuove tantissime
manifestazioni e scioperi in difesa dei diritti dei contadini, dei pescatori,
dei disoccupati. Il suo attivismo gli valse due candidature a premio Nobel per
la pace e il riconoscimento a livello internazionale del suo operare. Sempre in
quegli anni con i contadini progetta e realizza una radio clandestina, un
asilo, una diga, l’università popolare insieme a tanti progetti culturali.
Quello che più mi interessa in questa figura sono le sue qualità umane, il suo
grande potere comunicativo e soprattutto la fiducia che sapeva spargere attorno
a sé. Qualità che gli permisero di creare un grande movimento popolare che
sfociò nel grande “Sciopero alla rovescia”; manifestazione che rivendicava il
fatto che dei disoccupati per protesta andavano a lavorare rendendosi utili in
lavori per la collettività. Danilo Dolci voleva, con i disoccupati Siciliani,
ricordare all’Italia intera che per la Costituzione Italiana il lavoro è un
diritto ma anche un dovere se questo lavoro ha un’utilità pubblica. Durante la
manifestazione Danilo Dolci fu arrestato assieme ad alcuni collaboratori, ne
segui un processo che segnò un profondo spartiacque nell’Italia del dopoguerra."
Nel 2020 a “Digiunando davanti al Mare” è stato attribuito il 1° Premio della
della XIX edizione del Festival Teatrale di Resistenza con la seguente
motivazione:
“Con un neorealismo teatrale di limpida efficacia, Giuseppe Semeraro fa
rivivere l’impegno dell’intellettuale Danilo Dolci verso i derelitti della
Sicilia di settant’anni fa: dilaniata dalle macerie del dopoguerra e dalle
penetrazioni mafiose, nella sostanziale indifferenza della politica. Dolci era
uno scrittore e fine agitatore che si sporcava le mani nella quotidianità delle
persone, allo scopo di consentire a tutti l’accesso a beni essenziali quali il
cibo e l’acqua, il lavoro e la cultura. Quest’ultima vissuta come mezzo che
crea possibilità d’intense relazioni e reciproco apprendimento tra esseri
umani. Ed è proprio la sua caratura di essere umano che traluce con comunicativa
nella recitazione di Semeraro, ricorrendo alla vivacità del dialetto e
intarsiando scene d’avvolgente cifra cinematografica. Tanto da restituirci la
vicenda siciliana di Dolci nei suoi aspetti di spiazzante creatività: in grado
di sensibilizzare le coscienze e di fare sentire più uniti tra loro gli umili
ai quali è andato incontro. Un messaggio di solidale vicinanza che risuona
forte lungo questo tempo di distanziamento personale, causa gli effetti di una
tremenda pandemia.”