CATANZARO – 3 MAGGIO 2023. Una sfida da vincere, soprattutto per le future generazioni: vivere e declinare la salute come fenomeno globale. Lo scorso 28 aprile, alla salute globale è stata dedicata una giornata formativa dal titolo “Global Health: una sfida per il futuro”.
Il partecipato momento di
approfondimento si è svolto nella Casa delle Culture della Provincia di
Catanzaro, organizzato dalla sezione Sud dell'Associazione Italiana degli
Igienisti Industriali e Ambientali, in collaborazione con la Direzione
Sanitaria dell’ospedale Ciaccio De Lellis di Catanzaro e l'Istituto di Scienze
dell'Atmosfera e del Clima del CNR e con la partecipazione del dipartimento di
Prevenzione dell'Università di Bari, le cattedre di Veterinaria ed Igiene
dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, il dipartimento DIMELIA dell'INAIL
e la Società Italiana di Aerosol IAS.
Quattro sessioni di lavoro
distribuite tra la mattina e il pomeriggio, dedicate in particolare a temi
come: “Le variazioni climatiche, dinamiche, effetti, impatti”; “Protezione
ambientale e salute umana le pandemie del terzo millennio”; “L’approccio
one-health igiene industriale e ambientale”; “Mutazioni climatiche nell'ambito
one-health”. In particolare, alla prima parte della giornata, grazie alla
disponibilità della dirigente scolastica Rosetta Falbo, hanno potuto assistere
alcune classi del liceo classico “Galluppi”.
A portare il proprio contributo,
anche il dottor Vincenzo La Regina, commissario straordinario dell’azienda
unica ospedaliera universitaria “Renato Dulbecco”, alla sua prima uscita
pubblica nella qualità
“Abbiamo messo insieme due grandi
realtà, è questo il concetto dal quale secondo me dobbiamo partire – ha
esordito parlando della nuova realtà sanitaria nata dalla fusione per
incorporazione tra le due aziende ospedaliere esistenti -. Una realtà come il
Policlinico, che fa ricerca, didattica, formazione e assistenza e sta
crescendo, e come un grande ospedale che fa assistenza qual è il
“Pugliese-Ciaccio”. Allora avanti senza pregiudizi: il tema è affrontare questa
sfida di cambiamento con l’orgoglio di poter realizzare una grande azienda
ospedaliera universitaria, una delle più grandi del Meridione. Questo
dev’essere l’elemento trainante. Poi ovviamente bisogna caratterizzare questa
grande azienda anche come identità, puntando su un processo di umanizzazione
che va alla pari con il benessere organizzativo degli operatori: se stanno bene
gli operatori lavorano meglio e possono assistere meglio i pazienti”.
Il dottor Francesco Talarico,
responsabile della Direzione medica del presidio “De Lellis”, Azienda
ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, e professore a contratto
dell’Università “Magna Graecia”, ha voluto inizialmente richiamare due immagini
che sono entrate nel nostro quotidiano e suscitano una più articolata
riflessione “globale”: quella di un orso denutrito, perché in un habitat
distrutto dai cambiamenti climatici, e quello del pipistrello di Wuhan. “Chi
poteva immaginare che un pipistrello potesse fare tutti questi danni nella
comunità mondiale? La pandemia – afferma ancora Talarico – ha
condizionato fortemente la nostra esistenza. Sembra ormai alle nostre spalle,
ma non è così: si tratta di un fenomeno con cui dobbiamo abituarci a convivere,
ma soprattutto dobbiamo imparare a reagire. Da qui l’importanza della
consapevolezza e dei momenti formativi come questo. Considerata la complessità
della tematica trattata si è reso necessario un approccio multidisciplinare con
il coinvolgimento di competenze trasversali tali da offrire un momento di
confronto e di crescita in merito ad una tematica sempre più attuale.
Infatti, come ha sottolineato il
dottore Talarico, il Comitato organizzatore del corso è composto da tre figure
completamente diverse: un medico, un fisico e un chimico, vale a dire, oltre
allo stesso Talarico, il dottor Salvatore Procopio e il dottor Ivano Ammoscato.
La formazione, quindi, come strumento
della consapevolezza per reagire, per “capire come possiamo e dobbiamo
modificare i nostri comportamenti per evitare che questi cambiamenti globali
abbiano un impatto irreversibile sulla nostra salute - ha rimarcato il dottor
Talarico -. Conoscere per reagire, per programmare e per adottare
buone pratiche finalizzate a modificare il nostro stile di vita in senso
positivo. Nella misura in cui riusciamo ad avere un approccio corretto con il
nostro pianeta, che ci ha dato la vita, nello stesso modo restituiamo al
pianeta le risorse per rigenerarsi, facendo in modo che queste non vengano
depredate. Gli studi dicono che siamo irreversibilmente destinati a un aumento
della temperatura globale ma se riusciamo a modificare i nostri comportamenti,
e fare in modo che questo aumento di temperatura sia di appena mezzo grado
inferiore rispetto alle previsioni, questo si tradurrà in tutta una serie di
vantaggi. Non è solo un problema dei Governi – ha concluso – ma dei singoli
individui nei loro comportamenti e nelle scelte che fanno: piccole cose del
quotidiano per cominciare ad avviare un circolo virtuoso”.
“Uno degli obiettivi di questa giornata formativa è quello di
organizzare un momento di confronto multidisciplinare, proprio perché parliamo
di ‘salute globale’ – ha aggiunto il dottor Ivano Ammoscato, presidente
della sezione Sud dell’Associazione Italiana Degli Igienisti Industriali per
l’Igiene Industriale e l’Ambiente che lavora al CNR ed è responsabile tecnico
della strumentazione scientifica della sede ISAC di Lamezia Terme -. Non può
essere la singola disciplina ad essere trainante: il comune denominatore è la
salute globale, vale a dire la salute del pianeta e quindi la salute umana.
L’uomo dovrebbe ritornare a pensare ad avere un po’ più di rispetto della
Natura e ritornare a imparare dalla Natura. Molto spesso l’opinione comune
è suddivisa due categorie: catastrofisti e negazionisti ma chi lavora in ambito
scientifico: “Abbiamo l’obbligo morale, invece, di aderire ad una terza
categoria: quella dei realisti.” La realtà dei fatti – ha detto ancora
Ammoscato - è che i cambiamenti ci sono, sono in corso, ne stiamo cominciando a
vedere le conseguenze e le vedranno ancora di più le future generazioni. Quindi
se vogliamo parlare di salute globale non possiamo prescindere dalla
problematica dei cambiamenti climatici”.
E parlando di variazioni climatiche,
il dottor Elenio Avolio ha fatto emergere che “se saremo bravi a ridurre le
emissioni, il pianeta si riscalderà di 1,5 °C. Se non lo saremo il pianeta si
riscalderà di più, ovvero di 2°C. in ogni caso, anche nella visione più
ottimistica, la temperatura del pianeta è destinata a salire”.
In particolare, nel primo caso
sarebbe necessario diminuire le emissioni del 45% nel 2030 (rispetto a quelle
del 2010) e azzerarle nel 2050, nel secondo caso si dovrebbero diminuire le
emissioni del 20% nel 2030 e azzerarle nel 2075.
Quali effetti benefici dalla limitazione
del riscaldamento a 1,5°C rispetto a 2°C? Il livello dei mari sarebbe inferiore
di circa 10cm; la biodiversità sarebbe più tutelata, per esempio; l’acidità del
mare aumenterebbe meno; le barriere coralline non scomparirebbero; al polo nord
avremo un’estate senza ghiacci ogni secolo (contro una ogni 10 anni con +2°C);
i rischi per la salute, per la sicurezza alimentare e per i rifornimenti idrici
aumenterebbero meno.
Un mezzo grado che fa la differenza e
di cui bisogna parlare sempre di più: informare per capire, come in queste
giornate di formazione.