VIBO VALENTIA – 10 SETTEMBRE 2021. "Se grazie alle forze dell'ordine e la magistratura si continuano ad individuare 'scheletri industriali' sparsi su tutto territorio calabrese, ed in particolare in quelle che la politica continua a presentare nelle programmazioni elettorali immaginifiche come straordinarie aree industriali, soprattutto in vista delle imminenti elezioni regionali c'è da porsi qualche domanda, e magari abbozzare anche delle risposte. Com'è è possibile che l'area industriale di Vibo Valentia sia diventata una pattumiera di rifiuti speciali, cui corrispondono inquinamenti del suolo e del sottosuolo spesso pericolosi? Parlare di bonifica non basta più: lo continuiamo a ripetere quando ci interroghiamo sul futuro del campo di Scordovillo a Lamezia, lo rilanciamo guardando alla situazione in cui versa l'area industriale di Vibo, promessa tradita di sviluppo e crescita economico per un territorio che ha bisogno di occupazione e legalità per sperare di liberarsi dal gioco della criminalità sempre più pressante". E' quanto afferma il segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese.
"Nei giorni scorsi la coraggiosa attività investigativa della Procura di Vibo guidata da Camillo Falvo ha disinnescato l'ennesima bomba ecologica su un'area di 8400 metri quadri, sequestrata dai Carabinieri di Vibo Marina e della Stazione Forestali di Polia, all'interno di quella che un tempo è stata la sede della Cevim (fabbrica di prodotti ittici surgelati) – ricorda Scalese -. Alle forze dell'ordine e alla magistratura va sempre il nostro ringraziamento, ma non basta questa azione repressiva: è arrivato il momento di aprire una riflessione sulla mancanza di controllo su queste aree che dovevano essere destinate allo sviluppo industriale invece sono state convertite gioco forza a discariche abusiva. Il fallimento delle vecchie politiche industriali deve essere oggetto di rivalutazione e di riprogrammazione guardando al territorio ad ampio raggio: Vibo, capitale del libro 2021, non può essere accomunata e subire situazioni di degrado irreversibili. L'area del porto – conclude Scalese - che ricade nell'influenza dell'autorità di gestione di Gioia Tauro deve essere valorizzata e sfruttata per fare da volano all'erea centrale della Calabria. Alle istituzioni sollecitiamo maggiore attenzione facendo il punto della situazione, ma alla politica quella che si candida a guidare la Regione chiediamo risolvere le varie criticità e analizzare i progetti che sono stati presentati in modo da attrarre investimenti anche in quest'area del Paese. Aspettiamo risposte".