CITTADINANZA SIMBOLICA BAMBINI STRANIERI, UNA PROVOCAZIONE DEL SINDACO VINCENZO VOCE

 

Crotone. La cittadinanza ĆØ un rapporto giuridico che lega un soggetto ad uno Stato di “appartenenza”.

La stessa viene disciplinata per legge “e non per “ordinanza sindacale” o per “regolamento comunale”

Il motivo ĆØ molto semplice: occorre che il cittadino abbia dimostrato di aver acquisito la consapevolezza dei valori dello Stato, ne abbia accettato i contenuti e che non vi siano condizioni ostative, neanche famigliari, alla nostra cultura (tristi sono le cronache giudiziarie anche recentissime che ne evidenziano le ragioni).

Ora immagino che il nostro sindaco abbia voluto lanciare una provocazione, lo si deduce dall’aggettivo “simbolica”, quando si propone di estendere la cittadinanza ai bambini che frequentano la scuola crotonese, sia pure se nati in Italia.


Quindi valutiamola come tale.

PerĆ², signor sindaco, non crede che una sua intenzione di estendere, sia pure solo simbolicamente, una “appartenenza culturale” debba almeno passare attraverso una piĆ¹ ampia discussione?

Ma io accetto la provocazione e rilancio: non ĆØ che il nostro sindaco abbia ancor piĆ¹ esasperato il suo delirio di onnipotenza sostituendosi anche al Presidente della Repubblica, unico soggetto in grado di concedere la cittadinanza, su proposta del Ministro dell’Interno e sempre in presenza di requisiti previsti dalla legge?

Legge che, lo ricordo a me stesso, sta avendo difficoltĆ  di percorso da circa trent’anni nelle piĆ¹ legittimate aule parlamentari, con la sua controversa e discussa estensione del requisito dello ius soli alternativo allo ius sanguinis, tra quelli sufficienti alla concessione della stessa cittadinanza.

Estensione avversata dalla parte politica che rappresento per ovvie motivazioni di carattere esclusivamente identitario e non cerco campanilistico o discriminatorio. 

TroverĆ  quindi una ferma opposizione qualora dovesse portare in consiglio una simile proposta, per le ragioni sopradette, non certo per prese di posizione, anzi, al contrario, per non discriminare coloro che ottengono la cittadinanza dopo aver effettuato il prescritto percorso giuridico social culturale.

Concludo, quindi, come in altre occasioni, considerando questa ennesima strampalata esternazione che strumentalizza addirittura anche bambini, considerati crotonesi ma solo sulla fiducia, da parte del nostro primo cittadino, solo e coerentemente una inutile prosecuzione di una, oramai sempre piĆ¹ sterile, campagna elettorale sempiterna.

Giuseppe Malena, commissario cittadino Fratelli d’Italia di Crotone

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