"L'Asp di Catanzaro, indifferente come una sfinge alle impellenze della struttura e dei 300 dipendenti, ha convocato per il 21 maggio il Sant'Anna e però ieri la commissione straordinaria ha provato, in sordina, a spalmare le prestazioni sanitarie del Sant'Anna su altre due diverse strutture. Alla faccia dei principi di lealtà e di collaborazione che dovrebbero orientare la condotta dei burocrati!" Lo dice il consigliere regionale Francesco Pitaro che aggiunge: "Nell'attuale vuoto politico regionale e nell'assenza di indicazioni cogenti da parte del vertice calabrese della sanità (il commissario Longo), i decisori dell'Asp sembra abbiano un solo interesse: affossare un'eccellenza sanitaria la cui colpa, evidentemente, è quella di funzionare bene". Ad avviso di Pitaro: "Era già chiaro ma ora lo è di più: alla triade commissariale dell'Asp il Sant'Anna e i suoi dipendenti che salvano vite con professionalità e riconoscimenti internazionali proprio non gli garbano. Forse perché non sono mai andati col cappello in mano o perché dinanzi alle molteplici scorrettezze subite - tra cui neppure il riscontro di richieste di incontri mediante 33 Pec - anziché tacere come sudditi genuflessi hanno fatto valere le ragioni di un orgoglioso patrimonio scientifico che la Calabria non può perdere. Adesso, in un contesto di relazioni degradate e con burocrati che rifiutano persino il confronto civile e non si curano degli orientamenti espressi dalle istituzioni democratiche, è quanto mai urgente che il Presidente della Regione e il commissario Longo agiscano in sinergia e in fretta per dare attuazione alla mozione sul Sant'Anna approvata all'unanimità dal Consiglio regionale". Conclude Pitaro: "Se i Ministri della Salute e dell'Interno non si degnano di rispondere alle sollecitazioni ad intervenire per salvare il Sant'Anna, sia il Presidente della Regione ad andare a Roma per spiegare che occorre impedire alla triade commissariale dell'Asp di Catanzaro di distruggere un'infrastruttura sanitaria di primissimo piano e che se non si riesce a impedirle di fare altri danni, va tempestivamente rimossa".