Dobbiamo purtroppo rendere pubblico un ennesimo episodio disdicevole che ha colpito la famiglia di una nostra concittadina, denunciando le condizioni disumane a cui i nostri cari sono esposti in alcuni reparti del Giovanni Paolo II.
Raccogliamo e divulghiamo lo sconforto che ha colpito una anziana signora del lametino e della sua famiglia che è stata ricoverata nella struttura ospedaliera lametina. Lo diciamo subito a scanso di equivoci: nell'ospedale lametino la stragrande maggioranza del personale medico e sanitario è di qualità professionali eccelse e ha grande umanità e attenzione verso i pazienti. Purtuttavia si registrano ancora delle sacche di malasanità e anche criminalità che devono essere denunciate e combattute.
L'anziana paziente non è stata adeguatamente assistita dal personale del reparto: inspiegabilmente, nonostante i familiari avessero anche fornito personalmente i medicinali, non si è provveduto al mantenimento della cura farmacologica ordinaria a cui l'anziana era sottoposta; ma, cosa gravissima, non sono state applicate neanche le più elementari norme di igiene corporale a cui i degenti dovrebbero essere sottoposti, anche solo per umana pietà. Per non dire della circostanza che i familiari hanno dovuto amaramente constatare il furto della fede matrimoniale e di un altro anello che l'anziana donna portava al dito. Non è la prima volta che si apprendono episodi di cronaca relativi alla scomparsa di oggetti personali, ma non è plausibile che diventino la norma comportamentali a discapito di un'ampia fascia di lavoratori onesta del nosocomio.
Apprendiamo inoltre che il reparto, malgrado le insistenze, per oltre tre giorni non è stato in grado di dare notizie sulla degenza della signora: in primis, nonostante la disabilità acclarata al 100% della stessa, non è stato possibile fare accedere nessun familiare da supporto, neanche previa tampone di controllo così come accade in talune unità operative; in secondo luogo il reparto non ha risposto, per le stesse giornate, al numero predisposto per sincerarsi sullo stato di salute dei propri cari. Quest'ultimo gravissimo episodio ha costretto la famiglia della degente a rivolgersi alle autorità competenti che sono prontamente intervenute per riscontrare quanto denunciato.
Ci troviamo di fronte ad un ennesimo emblematico episodio non solo di malasanità, ma anche e soprattutto di "mala umanità": si tratta di situazioni che ormai sono all'ordine del giorno e che devono essere denunciate e portate all'attenzione dell'intera cittadinanza, perché l'emergenza sanitaria non sia una scusa dietro cui nascondersi nel tentativo di celare l'inefficienza di strutture che non possono e non devono avere il lusso di aggravare situazioni di per sé già estremamente gravi.
Lamezia Bene Comune
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